L’Utilizzo di Macrolophus pygmaeus su Aleurodidi e Tuta absoluta

Lug 20, 2021 | Agricoltura biologica, Tutti gli articoli

Macrolophus pygmaeus: predatore naturale di Aleurodidi e Tuta absoluta

I parassiti possono rappresentare un grande pericolo per i nostri orti e per la maggior parte delle colture nel mondo se non vengono trattati nella maniera corretta. Nello specifico in Sardegna gli aleurodidi e la Tuta absoluta rappresentano l’incubo di ogni coltivatore, perché sono in grado di compromettere un’intera coltura nel giro di pochissimo tempo.

In questo articolo scopriamo insieme come debellare gli aleurodidi e la Tuta absoluta una volta per tutte e in maniera biologica grazie all’utilizzo degli insetti utili in agricoltura, nello specifico ci rivolgiamo al predatore n°1 per questo genere di parassiti: il Macrolophus pygmaeus.

Cosa sono gli aleurodidi (mosche bianche) e come riconoscerli

Gli insetti appartenenti alla famiglia degli Eleyrodididae, più comunemente chiamati aleurodidi, sono conosciuti anche come mosche bianche o moscerini bianchi. La loro caratteristica colorazione bianca è dovuta al sottile strato di pruina cerosa simile a farina, dalla quale deriva il loro nome, dal greco aleyron “farina”. La loro dimensione varia da 1,5 a 3 mm.

Gli aleurodidi solitamente vivono in colonie e il loro habitat è localizzato nella pagina inferiore delle foglie e si nutrono della linfa delle piante, che prelevano direttamente dal sistema linfatico essendo dotati di un apparato pungente-succhiante.

Gli aleurodidi si riproducono molto velocemente, a tal punto che possono compiere diverse generazioni nell’arco di un anno se le condizioni ambientali lo permettono. Le uova di aleurodidi vengono deposte nei tessuti del lembo fogliare, nella pagina inferiore delle foglie. Nello specifico le uova (dalla forma leggermente allungata) hanno un tempo di schiusa di pochi giorni; si distinguono nella prima fase per il loro colorito giallastro-trasparente ma a maturazione assumono un colore più scuro tendente al marrone.

Cos’è la Tuta absoluta (lepidottero tignola del pomodoro) e come riconoscerla

La Tuta absoluta è un piccolo lepidottero di origine sudamericana, conosciuta anche come tignola del pomodoro. Si riconoscono per la loro colorazione grigio argenteo, con la livrea caratterizzata da macchie nere sulle ali anteriori e possono misurare anche 6,7 mm.

Solitamente questo parassita depone le uova nella parte superiore delle foglie o sui fusti giovani e teneri delle piante. Una sola femmina è in grado di deporre più di 250 uova che si distinguono per la forma cilindrica e per il colorito bianco-giallastro. Dopo la schiusa, circa 4 o 5 giorni dalla la deposizione delle uova, le larve iniziano a penetrare nelle foglie creando delle gallerie nelle quali parassitare (per potersi sviluppare al loro interno).

Gli attacchi alle piante, possono essere riconosciuti proprio dall’apparizione di gallerie nelle foglie, che contengono sia la larva che i suoi escrementi. Le larve attaccano i frutti sia acerbi che maturi che presentano una necrosi o dei fori di uscita del lepidottero. Questi attacchi rendono i frutti inutilizzabili, la presenza di buchi e gallerie fa diventare la pianta terreno di insediamento per altri patogeni.

Predatore naturale Macrolophus pygmaeus: il miglior rimedio per combattere ed eliminare aleurodidi e Tuta absoluta

Macrolophus pygmaeus è un miride predatore di aleurodidi e uova di lepidotteri (Tuta Assoluta). Macrolophus pygmaeus si nutre in tutti i suoi stadi di sviluppo di uova, neanidi ed adulti delle sue prede ed è in grado di sfruttare altre fonti di cibo come afidi, acari e larve di agromizidi. Avendo uno sviluppo più lento rispetto alle prede è consigliato impiegarlo precocemente, anche prima della presenza degli aleurodidi per anticipare il più possibile lo sviluppo nella coltura.

Periodo di lancio del predatore

Come già detto in precedenza il Macrolophus pygmaeus deve essere introdotto precocemente nella coltura anche se la presenza di aleurodidi o Tuta absoluta è minima, in modo da anticipare il più possibile il suo sviluppo. Per questo motivo, sono indicati piccole quantità con lanci ripetuti (1-3 individui/ m²) a partire dall’inizio della coltivazione.

È molto importante eseguire i lanci la mattina o la sera (evitare lanci alla piena luce del sole). Inoltre bisogna cercare di distribuire omogeneamente i predatori soprattutto in prossimità dei focolai di infestazione; in ogni caso, gli adulti si spostano volando alla ricerca delle prede.

Modalità d’impiego

Macrolophus pygmaeus può essere applicato su diverse orticole; a causa della lentezza del suo ciclo di sviluppo è consigliato su colture che abbiano un ciclo di coltivazione superiore ai 3‐4 mesi.

In condizioni ottimali, a circa 25°C, il ciclo da uovo a adulto dura anche meno di 1 mese, ma si allunga abbastanza in condizioni meno favorevoli. E’ conveniente concentrare il lancio nelle zone della serra dove sono presenti aleurodidi o altri fitofagi. All’inizio sarà molto difficile riuscire a vedere gli individui del predatore sulla coltura.

Un eccesso di predatori nella coltura potrebbe creare danni alla coltura stessa, quindi è sempre meglio affidarsi ad un professionista in grado di capire la giusta quantità di predatore da lanciare, per evitare che la sovrabbondanza porti il predatore stesso a cibarsi della linfa delle piante.

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A cura di Marco Corda

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Parassiti come aleurodidi e lepidotteri rappresentano un pericolo costante per diversi tipi di colture, sia da orto che da frutteto: solanacee, cucurbitacee, leguminose e gli agrumi sono le piante maggiormente attaccate che rischiano un progressivo deperimento (nei casi più gravi può avere anche esiti letali) soprattutto se i predatori non vengono impiegati nei tempi e nei modi adeguati.

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