Il Ragnetto Rosso (Tetranychus urticae) è uno dei più pericolosi fitofagi su molte colture di tutto il mondo. Ma oggigiorno sappiamo come debellarlo biologicamente (senza uso di composti chimici) e in maniera definitiva grazie all’impiego degli insetti utili, nello specifico ci riferiamo all’utilizzo dell’acaro Phytoseiulus persimilis (il predatore n°1 del ragnetto rosso).
Il ragnetto rosso attacca indistintamente colture orticole ed ornamentali, sia protette che in pieno campo. Possiamo trovarlo nelle fragole, nelle melanzane, nei peperoni, nelle curcubitacee, nella rosa, nella gerbera e in tante altre. I sintomi di un attacco da ragnetto rosso sono piuttosto evidenti; consistono in buchi nelle foglie e zone di decolorazione (questa dipende dal fatto che gli acari succhiano le sostanze nutritive); nella parte inferiore delle foglie possono fare la loro comparsa delle macchie bianche e in alcuni casi si possono notare anche fitte ragnatele (sia sulle foglie che tra di esse). Con il passare del tempo sulle foglie compariranno macchie molto chiare che spesso tendono al bronzo (bronzatura) che diventeranno più evidenti con il passare del tempo fino a quando le foglie seccano e cadono. Un intervento tardivo farà si che la pianta muoia in breve tempo.
Phytoseiulus persimilis: l’acaro predatore del ragnetto rosso
Phytoseiulus persimilis è un acaro fitoseide predatore del ragnetto rosso e viene utilizzato in tutto il mondo per combattere il fitofago. Phytoseiulus persimilis depone le proprie uova in prossimità delle colonie del ragnetto rosso. È importante saperle riconoscere perché sono il primo segnale dell’insediamento del predatore sulla coltura da difendere. Esse infatti si distinguono per la loro forma ovale, il colore leggermente aranciato e la dimensione, quasi il doppio di quelle del Tetranychus urticae.
Come arginare i danni da ragnetto rosso con il Phytoseiulus persimilis
Il Tetranychus urticae si alimenta della linfa e dei succhi cellulari delle piante. Il colore giallo è infatti derivante dalle cellule svuotate che si nota nella pagina superiore delle foglie. Questo riduce il potenziale fotosintetico delle foglie stesse, riducendo drasticamente il regolare bilancio idrico. Nelle piante ornamentali, inoltre, la presenza di ragnatele causa un problema estetico.
L’acaro predatore, depone le proprie uova in prossimità delle colonie del ragnetto rosso, che una volta schiuse e cresciute fino allo stato adulto, iniziano a cibarsi del fitofago. Il fitoseide si nutre solo esclusivamente di Tetranychus urticae e solo in caso di carenza di cibo si verificano casi di cannibalismo. Un adulto di Phytoseiulus persimilis si ciba di Tetranychus urticae, in tutte i suoi stadi di crescita. Le ninfe, invece, si nutrono esclusivamente di uova, larve e protoninfe. Una femmina adulta di Phytoseiulus persimilis può arrivare a cibarsi quotidianamente di 20 uova o larve di ragnetto, o 13 protoninfe o 5 adulti.
Questo predatore è molto vorace e quindi in grado di debellare completamente intere colonie di ragnetto rosso in poco tempo. Gli adulti del predatore, appena avvertono la mancanza di cibo, si spostano alla ricerca di nuove colonie della preda.
Periodo di lancio del predatore
Il primo lancio del predatore va eseguito alla comparsa dei primi ragnetti rossi, ovvero all’avvio dell’infestazione, subito dopo aver avvisato il primo focolaio. Nel focolaio si possono distribuire fino a 20 predatori per metroquadro, mentre nel resto della superficie si consiglia di introdurre da un minimo di 6 ad un massimo di 15 predatori. Durante il periodo estivo gli acari fitofagi si moltiplicano rapidamente, quindi è consigliato di effettuare i primi lanci nel periodo primaverile.
Modalità d’impiego
Il predatore va distribuito omogeneamente in tutta la serra, perché sicuramente se viene avvistato un focolaio, significa che ce ne sono altri che non sono stati notati. Il lancio va suddiviso in 2 volte, se devono essere lanciati 10 predatori è consigliabile lanciare 6 fitoseidi per metroquadro la prima settimana e i restanti 4 dopo 1-2 settimane. Il predatore, solitamente, è in grado di proteggere la coltura per tutta la durata del ciclo, però in condizioni calde e siccitose o con colture attaccate nelle vicinanze, possono avvenire delle reinfestazioni. Per ottimizzare l’attività del predatore è consigliabile aumentare l’umidità relativa tramite la nebulizzazione di acqua.
A cura di Marco Corda
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