Lotta biologica alla piralide del mais

Mag 14, 2022 | Agricoltura biologica, Tutti gli articoli

Lotta biologica alla piralide del mais

La piralide del mais o Ostrinia nubilalis è un lepidottero che appartiene alla famiglia delle Crambidae ed è uno dei principali fitofagi del mais. In Sardegna in particolare è l’insetto che crea i danni maggiori alle nostre colture.

Questo insetto infestante ha certamente una predilezione per il mais, ma è dannoso anche per altre colture come sorgo, canapa, peperone e melanzana.

Leggi l’articolo per scoprire di più sulla piralide del mais, come riconoscerla nelle diverse fasi del suo sviluppo e come combatterla attraverso la lotta biologica, ossia, per mezzo di trattamenti specifici che prevedono l’utilizzo di insetti e batteri benefici nelle colture.

Come riconoscere la piralide del mais?

Le larve sono quelle che creano il danno meccanico effettivo alla pianta e attaccano principalmente il fusto e la pannocchia. Esse misurano circa 20-25 mm di lunghezza e presentano una livrea di colore giallastro e nocciola con bande longitudinali, una mediana e due laterali, tendenti al colore verde e il capo di colore bruno scuro.

L’insetto adulto è una farfalla notturna con ali di colore giallastro, i maschi hanno dimensioni più piccole delle femmine e con colori più scuri.

piralide larva e adulto

Piralide del mais: ciclo biologico, 1° e 2° generazione del fitofago

La piralide del mais sverna come larva matura dentro i tutoli o il culmo, soprattutto nella parte basale, per poi incrisalidarsi in primavera. Gli adulti di prima generazione appaiono a fine maggio, in Sardegna di solito anticipano di una settimana rispetto al normale ciclo biologico.

Lo sfarfallamento continua normalmente fino ai primi di luglio (in Sardegna fine giugno) dove poi arriva la seconda generazione.

La femmina depone le uova nella pagina inferiore delle foglie o sui culmi, in seguito si sviluppano le larve ché parassitano la pianta e si nutrono del materiale vegetale della pianta stessa. Dalla prima settimana di luglio è presente la seconda generazione con la fase dello sfarfallamento.

Piralide del mais: danni, conseguenze ed effetti collaterali

Questa seconda generazione di piralide del mais è quella che crea i danni maggiori perché depone le uova sulle pannocchie, andando a compromettere il raccolto, sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo.

Infatti, una volta che le larve attaccano la pannocchia, le parti organiche danneggiate diventano terreno fertile anche per lo sviluppo di funghi dannosi appartenenti al genere Fusarium e Aspergillus. Le fumonisine, le tossine prodotte da questi funghi, sono cancerogene e se presenti all’interno della granella di mais possono quindi provocare danni all’uomo e agli animali che se ne nutrono, rischiando di rendere il prodotto non commerciabile.

Per individuare la presenza della piralide del mais quando attacca il fusto, se non sono facilmente individuabili le larve o le farfalle, si possono notare dei fori circolari nella parte basale della pianta stessa; quando invece colpisce la pannocchia, aprendone la punta, si possono notare le larve oppure la poltiglia frutto delle deiezioni delle larve stesse.

Come combattere la piralide del mais, lotta biologica e rimedi naturali

Trattamenti biologici per la piralide del mais

Il rimedio biologico e con zero residui più efficace per debellare questa particolare specie di fitofago è l’applicazione degli insetti utili e altri batteri naturali. Vediamo nello specifico come si deve combattere.

Due sono i principali trattamenti biologici attuabili per combattere la piralide del mais.

Trattamento piralide del mais di 1° generazione: per combattere la prima generazione di lepidotteri, è efficace il Bacillus Thuringiensis, un batterio naturale che viene applicato per via fogliare con le classiche metodologie di vaporizzazione sulla pianta.

Trattamento piralide del mais di 2° generazione:  per la seconda generazione risulta molto efficace un trattamento reso disponibile negli ultimi anni, utilizzando l’antagonista naturale Trichogramma Brassicae (applicabile tramite lanci con droni). Il Trichogramma Brassicae è un imenottero i cui adulti misurano circa 0,5 mm. Nello specifico si tratta di un parassitoide oofago dei lepidotteri, e quindi della piralide. Le femmine del trichogramma depongono le uova all’interno delle uova delle piralidi parassitizzandole e inibendone lo sviluppo. È utile effettuare i lanci di questo imenottero in concomitanza con la fase della ovideposizione della seconda generazione, che normalmente coincide coi primi giorni di luglio. Gli imenotteri vengono lanciati tramite droni che trasportano appositi macchinari a tale scopo studiati che rilasciano le capsule che contengono le femmine del trichogramma. Una volta liberate deporranno le loro uova all’interno di quelle della piralide, fagocitandone il contenuto e andando così a ridurre in maniera notevole lo sviluppo della seconda generazione di imenotteri.

Oltre l’ovvio abbattimento dell’impatto ambientale, il principale vantaggio del lancio con i droni è quello di semplificare e velocizzare la distribuzione degli antagonisti, eliminando i limiti di applicazione legati alla coltura e alle condizioni meteorologiche.

Perché si consigliano questi trattamenti per sconfiggere la piralide del mais

La coltura di mais trattata con queste metodologie garantisce un prodotto più salubre e quindi qualitativamente superiore perché con zero residui.

Fitochimica ha la possibilità di offrire un servizio completo sia per gli insetti che per i lanci coi droni.

A cura di Simone Marongiu

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Hai bisogno di una mano?

La piralide del mais può essere efficacemente trattata e debellata sin dai primi insediamenti se vengono individuati tempestivamente. Per eseguire correttamente il trattamento nelle colture di mais è necessario l’intervento di un esperto in grado di riconoscere l’entità e la diffusione del fitofago.

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