Nella vasta e complessa gestione della nutrizione del vigneto la pratica della concimazione fogliare riveste un ruolo fondamentale nel sostentamento del fabbisogno nutrizionale della vite, per migliorare lo sviluppo vegetativo e la resa della pianta.
La risposta della pianta è più rapida al trattamento fogliare rispetto a quello radicale, ma per ottenere risultati ottimali richiede che sia sviluppato un apparato fogliare ricettivo. Quest’ultimo è soprattutto un risultato della concimazione radicale, ecco perché quella fogliare deve essere considerata una pratica integrativa e non sostitutiva a quella radicale.
Una corretta nutrizione quindi prevede il buon equilibrio tra nutrizione radicale e fogliare, la prima contribuisce ad aumentare il vigore delle piante, garantire una buona resa produttiva e un elevata presenza di antociani soprattutto nelle bucce, la seconda contribuisce molto ad evitare l’acinellatura nelle varietà sensibili.
Nutrizione del vigneto e concimi fogliari
Nonostante il panorama della nutrizione fogliare sia ricco di pareri contrastanti, un elemento poco discutibile nella scelta della nutrizione fogliare è la varietà degli elementi nutritivi e la qualità degli stessi nel prodotto commerciale scelto. Ad esempio le alghe brune (ascophyllum nodosum), rappresentano un’ottima fonte di integrazione per aumentare la resistenza della vite in generale e ancor di più in condizioni di stress.
Si deduce quindi che una buona concimazione fogliare debba andare ad arricchire con gli elementi nutritivi solitamente poco presenti nei concimi granulari utilizzati per la nutrizione radicale, parliamo quindi principalmente di sostanze naturali come vitamine, alginati, mannitolo, aminoacidi, pigmenti e gli ormoni naturali come le citochinine e auxine.
Fornire tutte queste sostanze attraverso dei buoni concimi fogliari permette alla vite di reagire meglio alle condizioni di stress abiotico (clima avverso, gelo, siccità) e di tipo biotico, come quello dovuto da attacchi fitopatologici o da errati trattamenti (fitotossicità).
Anche i trattamenti non corretti (fitotossicità) costituiscono un fattore di stress, indotto artificialmente, in questo caso la concimazione fogliare ha un ottimo effetto rinverdente.
I vari prodotti commerciali dedicati alla nutrizione fogliare hanno spesso derivazione di origine animale o vegetale e pertanto trovano libero impiego sia in agricoltura convenzionale che in linee di produzione biologica o integrata.
Quando eseguire la concimazione fogliare nel vigneto
Come detto fin ora, un presupposto importante per scegliere il momento giusto per intervenire con la concimazione fogliare nel vigneto è quando l’apparato vegetativo si presenta ben strutturato.
Il nostro consiglio, per ottimizzare l’attività fotosintetica, è quello di intervenire quando il germoglio misura circa 10 cm. Da questo momento bisognerebbe abbinare integratori di natura vegetale, come l’ascophyllum nodosum (alghe brune), o animale scegliendo tra i diversi aminoacidi.
Concimazione fogliare vigneto: le funzioni delle sostanze nutritive
La concimazione chimica si base su un concetto basilare: per essere in buona salute, quindi risultare produttive quanto desideriamo, le piante necessitano di macroelementi e microelementi che svolgono particolari funzioni durante la crescita della pianta. Vediamoli nel dettaglio.
I macroelementi nello specifico sono tre: azoto, fosforo e potassio.
- Azoto: rilevante per un corretto sviluppo vegetativo, se apportato per via fogliare insieme allo zolfo, durante l’invaiatura favorisce il metabolismo dei lieviti, quindi le qualità aromatiche dei vini prodotti.
- Fosforo: integratore utile in fioritura e radicazione, fasi durante le quali il dispendio di energia è elevato.
- Potassio: ruolo fondamentale in fase di invaiatura e maturazione, migliora la traslocazione degli zuccheri e l’accumulo degli stessi nel grappolo.
I microelementi: boro, ferro, magnesio e calcio (presenti nei formulati in forma chelata).
- Boro: questo microelemento viene assorbito soprattutto durante le fasi di massimo fabbisogno nutritivo, quindi prefioritura, fioritura e invaiatura. In varietà particolarmente sensibili alla cascola (Cannonau), l’integrazione di boro con la nutrizione fogliare aiuta a limitare il fenomeno della cascola fiorale nel delicato momento del passaggio da fiore a frutto (allegagione).
- Ferro: utile soprattutto per gestire la clorosi ferrica ossia l’ingiallimento significativo dell’apparato fogliare legato alla carenza di questo microelemento.
- Magnesio: una sua carenza si evince quando nelle foglie si vedono bene le nervature verdi e la foglia assume un colore verde molto chiaro, esso infatti lavora attivando l’attività fotosintetica e se carente nella nutrizione l’inverdimento della vegetazione è limitato.
- Calcio: serve ad irrobustire i tessuti, quindi anche ad ottenere una congrua elasticità del tegumento dell’acino. Il rapporto corretto di calcio e magnesio nella soluzione circolante è uno dei fattori principali per l’equilibrio metabolico della pianta.
Concimazione fogliare vite: conclusioni
La concimazione fogliare permette anche di ottimizzare i tempi di intervento: essendo somministrata sempre in forma totalmente solubile può essere praticata in concomitanza con i trattamenti fitosanitari sin dalle prime fasi vegetative: con un unico intervento si applicano fitosanitari e concimi.
Non dimentichiamo di mettere attenzione alla compatibilità tra fitofarmaci e concimi fogliari, non tutti gli abbinamenti sono possibili.
Inoltre la gamma di prodotti in commercio è molto vasta e quindi adattabile alle diverse esigenze tecniche.
ULTIMI CONSIGLI:
- Saper distinguere le diverse esigenze specifiche di ogni varietà e/o vitigni.
- Tempi e modalità di somministrazione e intervento in funzione delle fasi fenologiche.
- Corretta taratura delle macchine irroratrici per minimizzare gli sprechi.
- Valutare il rapporto qualità / prezzo dei prodotti, soprattutto in questo caso il risparmio può essere davvero controproducente.
A cura di Marco Corda
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